Notes
1. Pier Donato Cesi
(Roma 1521 - ivi 1586), membro della famiglia Cesi che fiorì fra l'Umbria e il Lazio fra i
secc. XV e XVII, occupando diversi feudi pontifici. Pier Donato (detto seniore) fu vescovo di
Narni fra il 1546 e il 1566 (cf. Dizionario Biografico degli Italiani). Sono grata a Marc Smith per lo scioglimento di
et cetera; Smith pensa che
uno svolazzo alquanto goffo (dal Doni?) sia stato aggiunto sopra il normale
e c.
2. In fondo alla
pagina nota di possesso: "Francisci Literati"
3. Gli spartiti
degli intermezzi qui menzionati non sono stati localizzati. Doni era un musicista e un
compositore molto rispettato, come dimostra il suo
Dialoghi della
Musica, pubblicato a Venezia nel 1544. Non nuova è anche la pratica di accompagnare
le sue opere con pezzi musicali; si veda infatti il manoscritto delle
Nuove
Pitture, datato 1560 (Ms Patetta 364 della Biblioteca Vaticana) che contiene una
serie di pezzi musicali dopo il testo principale. Tali brani rappresentano una curiosità
codicologica: infatti le note sono rappresentate in forma di sonagli, campanelle, fori e topi
(si veda l'edizione facsimilare
Le nuove pitture del Doni
fiorentino: libro primo consacrato al mirabil signore donno Aloise da Este illustrissimo e
reverendissimo: Biblioteca apostolica vaticana, ms. Patetta 364, a cura di S. Maffei,
Napoli, La stanza delle scritture, 2006)
4. Senza vincoli
legali, more uxorio, probabilmente.
5. Strumenti usato per i salassi (GDLI), ma con riferimento alle corna, un tema
ricorrente in tutta la commedia.
6. Cf.
La Mandragola, Atto III, sc.
II.
7. Attori. La forma si deve preferire all apure possibile "gl'istrioni", anche sulla base di "L’autorità del
Carafulla, strione della mia comediadello
Stufaiuolo (
La Zucca, Ic 16 9).
8. Togliere bruscamente la parola.
9. La licenza per andare in giro
di notte. In molte città era d'obbligo ottenere una licenza per aggirarsi per le strade dopo
una certa ora, per non essere scambiati per criminali o prostitute.
10. 'Avete necessità'.
11. Moneta in uso in Piemonte e a Milano,
ma qui scelta per il suo nome evocativo, come in
La Zucca, Ib 24
61.
12. Portare
polli: favorire una tresca amorosa (GDLI).
13. La battuta è analoga a
La Zucca, IVc 53 7, dove viene attribuita al servitore del Doni.
14. 'A mo’
d’archetti': forma di risposta evasiva, quando non si vogliono dare notizie precise
(GDLI)
15. Il passaggio da
skj to
stj è tipico del fiorentino post-quattrocentesc (Paola Manni, (1979), "Ricerche sui tratti fonetici e morfologici del fiorentino
quattrocentesco",
Studi di grammatica italiana, 1979, n. 8, pp. 115-179, § 3).
16. 'Tanìe': litanìe,
storie (GDLI).
17. 'Fare mula di medico': attendere pazientemente i comodi altrui, perdere tempo in attesa di
qualcuno (GDLI).
18. Il passo
serve a collocare il tempo del racconto alla notte fra il 28 e il 29 gennaio. Infatti,
sembra molto probabile che il patrono degli stufaioli fosse stato San Calogero di Perugia,
che uscì indenne da una stufa ardente. San Calogero si ricorda il 29 gennaio, che cade
durante il periodo di carnevale, periodo menzionato l'inizio della scena V.
19. Proverbio, probabilmente per
catafora (cf.
Zucca, I p 1 4).
20. 'lieva la gamba': Dio ce ne liberi (GDLI)
21. Brachiere: sospensorio, fascia
di cuoio per sostenere l'ernia intestinale o inguinale (GDLI).
22. Trovare l'inchiodatura: trovare il modo
giusto per fare qualcosa (GDLI)
23. Il magistrato alle Pompe si
occupava di sovraintendere al rispetto delle leggi suntuarie.
24. I Signori di Notte erano la
principale magistratura criminale delle Venezia dogale. Devono il loro nome al fatto che
inizialmente la loro giurisdizione si limitava a crimini commessi di notte; col tempo li
reati di loro competenza si allargarono molto, il che contribuì all'assunzione dei Signori
di Notte a un ruolo centrale nella magistratura veneziana.
25. L'espressione è curiosa e potrebbe avere connotazione dialettale (l'uscita -ao
per -ATUS è tipica di alcune parti della laguna veneta). Potrebbe tuttavia trattarsi di
una semplice svista dell'autore-copista.
26. 'Inzuccare': bere
vino oltre misura (GDLI).
27. Venezia
aveva aperto un proprio consolato ad Aleppo (Siria), in territorio Ottomano nel 1548, che è probabilmente il periodo in cui
la
commedia fu scritta (cf. Introduzione); non è escluso quindi che questo possa essere un allusione all'evento.
28. Lo stesso adagio si ritrova in
La Zucca, IVb 49 47.
29. Anche questo proverbio si ritrova in
La
Zucca, IVb 43 32.
30. 'Tirare il cordovano': burlare, prendere in giro (per una spiegazione
approfondita dell'origine dell'espressione cf.
La Zucca, IIIc 7
10).
31. L'espressione è
chiara nel significato ('addormentarsi'), ma dubbia in quanto all'origine; l'unico
significato attestato è 'pigolare', vale a dire il verso tipico degli uccellini e pulcini,
il cui impiego metaforico non è del tutto chiaro.
32. La sonorizzazione della velare intervocalica (
miga
per
mica) è tratto tipico del veneziano, e una delle poche caratterizzazioni linguistiche dei personaggi in senso settentrionale.
33. Il Bosco di Baccano (oggi Valle di
Baccano) è un'area boscosa situata a est del lago di Bracciano, attraversato dalla via
Cassia e famoso dal Medioevo in poi per essere infestata dai ladri.
34. Il passo non è chiaro, forse semplice dittografia.
35. Non è chiaro se la ripetizione della congiunzione sia da imputare a errore o
alla volontà di aumentare l'espressività dello scambio alquanto concitato. Il fatto che la
congiunzione appaia alla fine della riga e sia ripetuta all'inizio della successiva, oltre
al fatto che tale ripetizione non sia presente in R, fa pensare piuttosto all'errore. Nel
dubbio si è comunque preferito ritenere la ripetizione.
36. Il riferimento a Padova, qui e altrove, non è altrimenti chiaro.
Forse si tratta di un riferimento generico a un'altra città, oppure di un adattamento geografico del proverbio "A Lucca ti
vidi", con significato di
incredulità, come in Atto IV, Sc. IV.
37. Ancora una volta il riferimento è alle corna, elemento comico caro al Doni (si veda, per
esempio, anche la
Baia Ultima dedicata 'Al Cornieri da Corneto' in
La Zucca, Ib 24).
38. Il cerchio era uno dei simboli più comuni per locande e mescite.
39. La Torre alle Bebe, roccaforte presso Chioggia che
tradizionalmente marcava il confine dei possedimenti di Venezia e Padova ebbe un Podestà a
partire del sec. XII fino al 1607 (Da Mosto, p. 14).
40. Di fede
commessi: inalienabili per ipoteca o altra obbligazione.
41. La famiglia Spinola è una delle più importante famiglie dogali di
Genova.
42. Tif taffii: suono che imita il fruscio o lo sfregamento dei
tessuti (GDLI).
43. In malora.
44. Da intendersi sia come professione che come appellativo.
45. Si noti il brusco
passaggio dal 'tu' al 'voi'.
46. La battuta appartiene logicamente alla scena
successiva.
47. Gli abiti abbelliscono l'uomo.
48. Allusione
all'espressione saltare al granata, vale a dire uscire dalla tutela
dei superiori, affrancarsi, con riferimento al gergo militare dove alle reclute si chiedeva
di saltare una scopa adagiata in terra per marcare la fine del periodo di addestramento
(
Note al Malmantile, VI 66).
49. Probab. testa impagliata di
cervo le cui corna sono attaccate con anelli ('ghiere') d'argento.